Aumento Iva: quanto costerà agli Italiani
L’aumento dell’Iva è stato introdotto con la Legge di Stabilità 2015 come misura per la tutela dei conti pubblici. Una clausola di salvaguardia quindi che ha già fissato negli anni l’aumento sia per l’aliquota ordinaria sia per l’aliquota ridotta.
Per scongiurare l’aumento dell’Iva ed evitare le clausole di salvaguardia, il Governo deve reperire 23 miliardi di Euro già a Gennaio 2020 e altri 29 miliardi a Gennaio 2021 e deve inserire le nuove clausole nella nuova Legge di Bilancio 2020 che dovrà presentare entro fine anno. Se non dovesse reperire le risorse necessarie, l’Iva ordinaria passerà dal 22% al 25,2% nel 2020 e dal 2021 al 26,5% mentre quella ridotta passerà dal 10% al 13% nel 2020. In questo modo l’Iva sarà sempre più la regina delle tasse italiane e porterà l’Italia ad essere il Paese nell’Unione Europea a pagare molto di più rispetto agli altri 28 Paesi dell’Unione Europea. Lo conferma la Commissione Europea che riporta i dati dell’Iva in tutti i 28 Paesi dell’Unione Europea. Solo l’Ungheria è sopra a tutti con un 27%.
Quali conseguenze avrà l’aumento dell’Iva
L’aumento dell’Iva, a parità di consumi, darà vita ad una stangata, soprattutto per i costi diretti. A rimetterci dunque saranno sempre gli Italiani, già vessati dalle tasse, che si vedranno aumentare i costi fino a 1.200 Euro annui in più a famiglia, senza considerare i costi indiretti legati agli aumenti per le imprese, le industrie, l’energia e i trasporti. Di fatto i rincari dei listini andrebbero a toccare ogni aspetto della nostra vita. Per capire quali beni e servizi saranno colpiti dall’aumento dell’Iva potete consultare le Tabelle Iva.
Con l’Iva aumenteranno anche le accise sulla benzina e questo provocherà una notevole contrazione dei consumi e una caduta degli acquisti con effetti a cascata sul Pil, sull’occupazione e sull’intera economia nazionale.